Una giornata importante, sabato 3 Dicembre, per le Acli del Piemonte.
Gli aclisti che vivono il Piemonte si sono fermati nella Comunità monastica di Bose per una giornata di Riflessione e Spiritualità sul tema da tempo emergente : Spiritualità e Politica.
Sulle ragioni di senso che mano a mano meglio si sono definite nei momenti di formazione, ritrovandole nelle azioni concrete agite nel tutelare diritti, nel condividere fatiche, denunciare ingiustizie , interrogare ed interrogarci.
Cercando di capire alcune situazioni in cui dobbiamo assolutamente comprometterci, farci parte, prendere parte.
Verificando come nel confronto, nell’azione, in quel prender parte nasce e si costruisce l’idea di politica, la concretezza della politica. La “Migliore politica” così la definisce Francesco. E si riscopre la spiritualità.
In un percorso in cui ognuno si può inserire pensando alla propria storia, acquista un senso rileggere “Fratelli Tutti”, per capire come ci ritroviamo con le parole di Francesco. E questo è il primo interrogativo a cui rispondere.
Parlando poi di Politica sappiamo che l’impegno socio politico è “la forma più alta della carità”. Così ha detto da Paolo VI , ripreso poi da Papa Francesco nella Evangelii Gaudium.
Ma subito il problema: la relatività della politica. Cioè da un lato la sproporzione enorme tra l’altezza e l’assolutezza dei valori al cui servizio la politica si pone, in primis la centralità della persona, di ogni persona e la sua dignità, e dall’altro la parzialità e precarietà degli strumenti di cui la politica dispone.
Questo non giustifica arrivare al “rifiuto della politica”, come troppo spesso sentiamo dire, magari in nome di un equivoco “impegno nel sociale” che di fatto se non è coniugato con la giustizia (la ricerca della giustizia la dove è negata) diventa, senza accorgersene, un comodo percorso di auto giustificazione.
Parlando da credenti è proprio a partire dalla fede in Gesù e della sua azione di salvezza che il senso dell’impegno politico può venire profondamente riconquistato. Facendo crescere in noi speranza, esigenza di giustizia e di pace, che sta alla base di tutto.
Allora vale la pena riflettere sulla spiritualità nella politica o, se vogliamo dirla in altro modo, spiritualità e responsabilità politica.
E’ qui il secondo interrogativo che guida l’incontro.
Di fronte alle gravi forme di ingiustizia sociale ed economica, di corruzione politica di cui sono investiti interi popoli e nazioni, cresce l’indignazione di moltissime persone calpestate e umiliate nei loro fondamentali diritti umani e si fa sempre più diffuso e acuto il bisogno di un radicale rinnovamento personale e sociale capace di assicurare giustizia, solidarietà, onestà e trasparenza.
Ciò richiede la presenza e l’azione di convinti costruttori di una nuova convivenza sociale. In piedi costruttori di Pace direbbe don Tonino Bello!! E’ ciò è richiesto innanzitutto a quanti si dicono cristiani e hanno a cuore il futuro del loro Paese, perché hanno a cuore il presente e il futuro di ogni uomo e di ogni donna, che in Cristo si riconoscono fratelli.
Che cosa comporta accettare questa sfida?
Rinnovare la nostra tensione verso la verità sapendo che “senza Dio non si fa l’uomo” ( don Mazzolari ). Ritornare a Dio significa mettersi al suo servizio convinti che la stessa azione sociale e politica è innanzi tutto servizio a lui, al suo piano di salvezza, al suo progetto sull’uomo e sul mondo. Come pure significa accogliere il dono del suo stesso amore, della sua carità, certi che è con questo preciso amore che ci è dato, che ci è chiesto di servire l’uomo, vedendo in lui l’immagine vivente di Dio; che ci è chiesto di portare il nostro contributo alla vita sociale e politica e così ricostruire anche in mezzo a noi il senso della comunità e il senso dello Stato.
Parlare di verità vuol dire parlare di valori, quelli che hanno a che fare con il primato della persona, con la sussidiarietà, con la solidarietà. Sono i valori che ci vengono proposti dalla dottrina sociale della Chiesa
Dobbiamo dubitare di chi, come capita spesso oggi, non si interroga più e non si confronta più sui contenuti e sui fini da perseguire con il proprio impegno. Da qui l’importanza di incontrarsi e dialogare per aiutarsi reciprocamente, richiamando considerazioni e riflessioni maturate nel tempo, frutto di confronto e di silenzio, di ricerca e di azione.
Accolti dalla comunità Monastica di Bose, che ancora ringraziamo per averci ospitato permettendo l’ascolto delle parole di fratel Guido Dotti, monaco di Bose in scambio con Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli. Abbiamo poi partecipato alle lodi di mezzogiorno insieme alla comunità e gustato il silenzio che risuona nella preghiera monastica. Parola e silenzio sono infatti gli elementi portanti dell’ascolto , esercizio che per noi sta sempre più perdendo significato, soggiogati come siamo dai ritmi frenetici della vita che chiamiamo moderna.
Nel pomeriggio abbiamo ascoltato le testimonianze di sorella Elisa , Monaca di Bose , di Valeria e Maurizio giovani dell’associazione Hope club ( club della speranza) e di Daniele , Gruppo Giovani Ucid e Economia di Franceso, che hanno riportato nel quotidiano i temi affrontati.
Un grazie davvero a tutti. E’ stata per me una bella giornata!
Mario Tretola
Il dossier completo sarà disponibile prima di Natale nelle sedi provinciali ACLI.