In questa fase di emergenza per effetto del Covid, constatiamo ogni giorno un aumento di ingiustizie e discriminazioni; non riusciamo a superare gli squilibri economici e sociali che c’erano prima dell’emergenza. Ora la forbice, tra chi ha troppo e chi non ha più neppure la speranza, si amplia sempre più. Chi ne fa le spese: i più poveri e svantaggiati.
E’ inutile nasconderselo. Quello che abbiamo davanti è uno scenario difficile e incerto. Si vede chiaramente che il virus ha colpito soprattutto in basso. Il 20% di popolazione economicamente più debole ha subito una perdita doppia rispetto al 20% più forte. La perdita di posti di lavoro, nonostante gli ammortizzatori sociali e i divieti di licenziamento ci sono stati soprattutto sul precariato, sugli occupati a partita IVA e, in generale su quelle fasce meno tutelate. E alla fine di Marzo prossimo molto probabilmente peggiorerà.
Per queste ragioni le politiche di rilancio di cui oggi si discute orientate necessariamente al sostegno dell’economia, non devono trascurare le ragioni della società. Il sostegno alle imprese non deve declassare l’assistenza alle famiglie e la tutela dei diritti dei lavoratori, nonché il sostegno essenziale alle diverse forme di associazionismo presenti nei territori come i nostri Circoli, veri presidi di socialità e coesione sociale contro l’isolamento e lasolitudine. E in questa situazione ancora una volta saranno i giovani e le donne a pagare il prezzo più alto.
Nella nostra Regione le conseguenze nel mondo del lavoro sono pesanti, con chiusure di aziende e attività commerciali, utilizzo significativo di cassa integrazione e massivo dello smartworking, con conseguenze sulla dinamica sociale che iniziamo a intravedere, ma che ci desta una seria preoccupazione per i prossimi mesi.
Per affrontare questo scenario il nodo centrale veramente complesso, la chiave di volta che può scongiurarlo è, e rimane, la politica. Occorre più consapevolezza che il futuro che ci aspetta, avrà bisogno di una qualità “alta” delle nostre istituzioni, dei nostri politici e della democrazia stessa, che andranno opportunamente stimolate e indirizzate anche dai corpi intermedi della società civile.
Come Sistema delle ACLI Piemonte siamo assolutamente consapevoli che l’emergenza sociale durerà ancora a lungo. Saremo chiamati con i nostri Circoli e le nostre Associazioni Specifiche, i nostri Servizi e le nostre Imprese a vigilare sulle situazioni problematiche, con iniziative sociali di denuncia e culturali di sensibilizzazione, con risposte concrete alle diverse esigenze dei cittadini che si rivolgono presso le nostre Sedi, rinnovando il nostro mestiere aclista, a fianco in particolare delle categorie popolari e più deboli.
In questo contesto assume, ancora di più, un significato particolare la convocazione, attraverso collegamento on line, del 14° Congresso Regionale delle ACLI Piemonte che si terrà Sabato 16 Gennaio 2021. Il Congresso è un appuntamento fondamentale, e non più
rinviabile, per verificare il lavoro svolto in questi anni, impostare il programma futuro e per eleggere il nuovo gruppo dirigente per i prossimi quattro anni nella nostra Regione. Ed è proprio con questo spirito credo sia importante vivere questo periodo congressuale, consapevoli che l’unità di intenti e la nostra coesione, sono condizioni essenziali per ridare segni di speranza concreta ai cittadini nelle nostre Comunità e nei nostri territori piemontesi, specialmente in questo periodo complesso legato all’emergenza sanitaria e sociale del Covid-19.
L’Augurio di cuore che rivolgo allora a tutti Voi e alle vostre Famiglie è davvero di un Natale e un Nuovo Anno di Speranza e di Rinascita!
Torino, 23 dicembre 2020
Massimo Tarasco Presidente ACLI Piemonte