4mila allievi coinvolti nella formazione a distanza. Enaip Piemonte ha raggiunto in queste settimane il 90% dei propri studenti, minorenni e maggiorenni, iscritti ai corsi di formazione dei suoi 16 centri servizi formativi, cui si aggiunge il CFP Alberghiero di Acqui Terme. Un successo ottenuto grazie all’integrazione rapida tra il modello pedagogico di Enaip, che mette al centro l’inclusione di tutti gli allievi, e la didattica digitale, ma soprattutto grazie ad una community di formatori e tutor che ha saputo mettersi in gioco come una grande squadra.
Ne parliamo con Isabella Del Vecchio, Responsabile Servizio Didattica e Pedagogia e Pari Opportunità di Enaip Piemonte.
- Com’è cambiato il modo di fare didattica nei centri Enaip del Piemonte?
Nelle ultime 4 settimane abbiamo ripensato e modificato il nostro modo di fare scuola. Abbiamo rivisto contenuti didattici, cambiato modalità di trasmissione degli stessi, inserito piattaforme digitali, lezioni in sincrono, video lezioni, filmati e canali YouTube, ripensato a tempi di somministrazione di attività e compiti e alla valutazione degli apprendimenti a distanza. Abbiamo modificato anche i nostri ruoli, che ci hanno visti trasformati da formatori ad esperti nell’utilizzo di nuove tecnologie, da tutor a esperti di tecnologia assistita, con l’obiettivo di dare risposte ai bisogni formativi dei nostri allievi e permettere loro di continuare a sviluppare conoscenze e competenze anche e soprattutto in questa fase storica dove, più che mai, diventa fondamentale sviluppare competenze trasversali e life skills.
- Didattica digitale e modello pedagogico Enaip come si sono integrati?
L’inserimento della didattica digitale nelle nostre classi, anche se certamente non al passo con il moderno progresso tecnologico, era un processo che Enaip Piemonte aveva già intrapreso da qualche anno e che ci ha permesso di riuscire in breve tempo ad aggiornare operatori e a strutturare un modello pedagogico a distanza. Modello dove l’inserimento delle tecnologie didattiche cerca di interpretare con proposte operative differenti, differenti modi dello stesso agire educativo, orientato alla continuità formativa e per quanto possibile alla normalità, quale proiezione delle dinamiche in presenza.
- Come è stata garantita l’inclusione di tutti gli allievi/e?
Abbiamo rivisto e modificato molto, ma non abbiamo mai, nonostante le oggettive difficoltà, perso di vista i nostri valori, primo fra tutti l’inclusione. Il sostegno costante ai nostri allievi, ai tempi del Coronavirus va oltre il tempo e lo spazio e noi lo stiamo sperimentando quotidianamente, affinché la distanza e la tecnologia non diventino disuguaglianza per chi non ha mezzi o strumenti necessari. Come? Utilizzando ogni metodo per raggiungerli: mail, piattaforma Moodle, classi virtuali per invio e consegna di materiale didattico con Google Classroom, piattaforme on line per la gestione di lezioni sincrone quali Microsoft Teams e Google Meet, App di Registro Elettronico per diffondere contenuti didattici, comunicazioni ad allievi e famiglie e valutazioni ma anche chat di WhatsApp e Facebook, riunioni on line, telefonate e videochiamate, fino a recapitare materiale didattico e lettere di sostegno via posta direttamente a casa.
- Qual è stato il valore aggiunto del lavoro di queste settimane?
Sicuramente il forte coinvolgimento, la disponibilità e il grande impegno di formatori e tutor. Si tratta di un vero e proprio lavoro di squadra di una community che, in qualche settimana ha ridisegnato il modo di fare lezione, aggiornandosi sulla gestione della lezione on line e realizzando materiale didattico per ogni materia, che va ben oltre la mera somministrazione di contenuti e dispense caricata su piattaforme e registro elettronico. Si tratta di una produzione di materiale didattico progettato e organizzato per essere fruito on line; videolezioni, attività interattive, moduli, applicazioni web, game, esercitazioni, questionari, learning app, video interattivi, quiz, finalizzati a stimolare interesse e a consolidare apprendimento in ambiente on line.
Questa emergenza ci sta insegnando che la scuola non è un luogo di obbedienza ed esecuzione ma uno spazio di partecipazione democratica allo studio e alla formazione di un pensiero critico che coinvolge studenti e docenti allo stesso modo e che, se ben sfruttato, renderà tutti migliori, più consapevoli e più liberi».