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Proposta di legge regionale d’iniziativa popolare sul gioco d’azzardo patologico!

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Ottomila firme da raccogliere in sei mesi per una nuova legge regionale sul gioco d’azzardo. Il testo, accompagnato dalla campagna Giochiamo la nostra partita, è stato presentato giovedì 31 marzo al Sermig di Torino dai promotori, una rete di 40 realtà del sociale piemontese, tra cui le ACLI Piemonte, che da anni si battono contro le povertà, le dipendenze e il contrasto alle mafie.

Alla conferenza stampa era presente Daniela Grassi della Presidenza Regionale.

Le ACLI del  Piemonte si interessano a questo fenomeno, e alla creazione di una legge di regolamentazione, fin dal 2014, constatando, fin da allora attraverso i servizi e i circoli, quanto devastante fosse questa nuova forma di dipendenza nella vita delle famiglie e degli individui. Successivamente a questo percorso si è unita anche l’Alleanza contro la povertà.

Sono state tra i primi enti promotori a costruire l’iter che ha portato alla legge 2016 e attualmente si impegnano fin dal 2 aprile in tutte le province ad organizzare i banchetti firme.

L’obiettivo è mettere in discussione l’attuale legge sul gioco d’azzardo, approvata l’anno scorso e che ha spazzato via una normativa stringente e all’avanguardia nel contrasto al gioco patologico come quella del 2016. Ed è proprio da quel testo che ora si riparte, tentando anzi di andare oltre.

Bastano pochi numeri per capire quanto quella legge fosse efficace. In Piemonte dal 2016 il volume di giocate è diminuito dell’11% (572 milioni di euro), le perdite da parte dei giocatori del 16.5%, mentre per il resto del Paese la flessione è stata appena dello 0.9%. Da luglio a dicembre 2021, dunque con la nuova legge, sono state invece riaccese solo a Torino 232 slot machine in bar e tabaccherie.

Rispetto quindi alla normativa in vigore, la proposta di legge aumenta le tipologie di luoghi sensibili (a quelli già individuati alla legge 9/2016 ora si aggiungono università, asili e nido, centri di salute mentale, consorzi di servizi sociali, centri di aggregazione per anziani, ludoteche, biblioteche pubbliche, money transfer, uffici postali e luoghi di culto) e aumenta anche la distanza tra questi e gli apparecchi di gioco (da 400 a 500 metri nei Comuni con oltre 5mila abitanti).

Tra gli obiettivi della proposta di legge ci sono anche la prevenzione della dipendenza dal gioco d’azzardo, l’introduzione di incentivi (aumento dell’Irap dello 0.92% per chi non rimuove apparecchi o li installa e diminuzione dello 0.50% per chi rimuove apparecchi) e misure per mitigare le eventuali ricadute occupazionali prodotte dalla riorganizzazione e ristrutturazione del settore.


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